"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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domenica 17 febbraio 2013

Il Vangelo della domenica a cura di don Umberto Cocconi.




Pubblicato da Don Umberto Cocconi il giorno domenica 17 febbraio 2013 alle ore 9,15

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l'uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato. (dal Vangelo secondo Luca)
 
E’ lo Spirito che spinge Gesù dentro la tentazione, nella mischia, dove la lotta è più dura. Scopriamo che la prova non abbandonerà mai la vita di Gesù, sarà sempre presente nel suo cammino, sino alla fine; nelle sue scelte dovrà sempre confrontarsi con essa. «Non c'è virtù così grande che possa essere al sicuro dalla tentazione» (Immanuel Kant). E’ il "diavolo" che tenta Gesù. Ma chi è il Diavolo, come agisce, come si manifesta? Cosa significa la parola diavolo? La parola deriva dal latino "diabolus" che significa "il calunniatore" e dall’etimo greco "dia-bolein" che significa "lanciarsi attraverso qualcosa per separare", cioè egli agisce per dividere. Dal Sanscrito, dal Fenicio e dall’Ebraico antico, abbiamo l’altra parola "shatan" che significa: l’avversario od il nemico. Il diavolo o satana è colui che divide, colui che accusa. Da sempre egli divide, separa l’uomo da Dio, l’uomo dall’uomo; egli infatti è colui che provoca la divisione, la frammentazione, la lotta, e infine ogni genere di violenza. Ed è colui che accusa Dio davanti a me mi separa dal suo amore. Il diavolo farà di tutto per separare Gesù dal Padre, per fargli dimenticare il suo essere figlio, per far sì che egli non compia più la volontà del Padre, ma la sua o quella del mondo. “Proprio perché Gesù è figlio di Dio dovrebbe fare qualche cosa di grande, deve dimostrare le sue credenziali al mondo, deve affermare con i fatti di essere ciò che si dice di lui. Come potrebbe mai credere  in Lui la gente se non si fa amare, se non risponde alle loro necessità  e alle loro richieste, se non compie qualche cosa di spettacolare, tale da renderlo famoso?” Il diavolo vuol far nascere nel cuore di Gesù questi pensieri, questi progetti, queste domande, per ricordargli alla fine che  è per il bene dell’umanità che Lui deve agire come Dio. Deve dimostrare, quindi, “senza se e senza ma” che lui è il vero Salvatore del mondo.

Per questo non può tirarsi indietro di fronte alle attese dell’umanità. Quale Dio, Gesù dovrebbe manifestare al mondo? Il Dio della gloria, il Dio della potenza! E’ qui che si rivela realmente qual è tutta la vera strategia del diavolo. Egli dà – come un amico subdolo -  giusti e puntuali suggerimenti, si presenta come colui che vuole essere prima di tutto dalla tua parte, ci tiene a insegnarti il mestiere  per vincere .... Non è forse il diavolo il grande seduttore, il principe della menzogna? Egli vuole portare Gesù dalla sua parte, vuole fargli comprendere che la via da lui scelta non porterà di certo alla salvezza del mondo, perché tutti lo lasceranno, non ne vorranno sapere di certo di un Messia che è venuto per servire e dare la sua vita per tutti. La gente non vuole saperne di un Dio di questo genere; la  folla desidera, invece, il Dio che compie miracoli, non il Dio della libertà e della responsabilità!  Satana vuol far comprendere a Gesù che bisogna percorrere un’altra strada se vuole essere accettato dagli uomini. Se desidera che credano in lui e lo seguano, deve dimostrare di essere, davanti ai loro occhi, “il Figlio di Dio”. Solo se manifesterà la sua gloria, avrà tutti ai suoi piedi e di certo ci sarà, così, un’umanità obbediente, leale, da rende culto a Dio. “Non è quello che tu vuoi, o desideri Gesù?” sembra suggerirgli Satana. “Non vuoi che il mondo creda in te, che ti consideri il suo Dio? Io ti do una mano, io sono al tuo servizio, ti spiano la strada; se sei figlio di Dio che cosa ti costa fare dei miracoli? Pensi che la gente non abbia bisogno di miracoli? Questa è la strada giusta per convincere la gente che tu ci sei e sei vicino a loro.

Li potrai così conquistare!”. Il diavolo propone a Gesù di accettare  il potere e così potrebbe fare tutto quello che riterrebbe giusto. Alla fine  non lo pensiamo anche noi? Non pensiamo che solo avendo il potere possiamo cambiare le cose? Ma Gesù ricorderà che l’uomo è libero solo se si nutre della parola di Dio, solo se adorerà e presterà  a Lui il culto, solo se non metterà alla prova il suo Signore, solo così diventerà figlio e fratello di ogni persona, sarà «partecipe della stessa natura divina» (1 Pietro). Il  diavolo avrà tentato anche il papa? Come mai Benedetto XVI ha compiuto una tale scelta così controcorrente, inaspettata, che sembra aver messo in crisi il primato petrino? Egli ha agito così perché dopo aver ripetutamente esaminato la sua coscienza davanti a Dio, egli è pervenuto alla «certezza che le forze per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Per governare la barca di San Pietro e annunciare il vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo che dell’animo, vigore che negli ultimi mesi in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».  Non c’è in lui nessun attaccamento al potere! «Il vero discepolo non serve se stesso o il pubblico, ma serve il suo Signore» (Benedetto XVI). Proprio perché in Benedetto XVI c’è un grande amore per la Chiesa egli ha deciso di “lasciare”. Lui che è grande, si è fatto piccolo, Lui il successore di Pietro si è sempre considerato «un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore». E ancora una volta con la sua fragilità, la sua debolezza, ci insegna ad essere sempre semplici servi della Chiesa: “Siamo servi, semplicemente servi”, perché «La Chiesa è di Cristo» (Benedetto XVI).
(DON UMBERTO COCCONI)

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