"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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sabato 21 febbraio 2015

IL VANGELO DELLA DOMENICA: COMMENTO DI DON UMBERTO COCCONI.

IL VANGELO DI DOMENICA 22 FEBBRAIO 2015
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano».(Vangelo secondo Marco).
L’evangelista Marco riferisce, in modo estremamente sintetico, che Gesù è tentato da Satana. Non ci dice nulla sull’esito di questo incontro-scontro: in realtà tutta la vita di Gesù sarà sottoposta alla tentazione, fino all’ultimo istante. Satana si renderà presente di continuo, nei modi più vari, per distogliere Gesù dal suo cammino verso la croce e, paradossalmente, si mostra il più interessato ad un’aperta manifestazione della messianicità di Gesù. A differenza di tutti, Satana,conosce la vera identità di Gesù e lo afferma chiaramente: “Io so chi tu sei: il Santo di Dio”. Perché tutta questa pubblicità gratuita? Se c’è una cosa che Satana desidera è che Gesù non vada in croce, non vuole la sua sconfitta, non vuole che Gesù sia considerato un malfattore e un bestemmiatore, ma vuole che sia glorificato dalla gente e osannato dal popolo. Satana ha paura che Gesù dimostri di fidarsi davvero di Dio e nello stesso tempo di confidare assolutamente soltanto in Lui. Il fatto che un uomo sia disposto ad andare in croce, pur essendo innocente,perché si fida anche quando Dio stesso sembra abbandonarlo, è quanto più di minaccioso ci sia per il regno di satana. Su che cosa poggia il regno di Satana, infatti? Su quali principi è fondato? E’ prima di tutto il regno della gratificazione immediata, del successo a tutti i costi, del denaro come fine per raggiungere le mete agognate e il prossimo sempre e solo come strumento. La croce sconfessa tutti questi “dis-valori”. Il fatto che il messia sia disposto non solo a morire in croce, ma a fare di essa il luogo privilegiato della rivelazione di Dio, mina le basi stesse del regno di satana.

 La strategia satanica consiste nel fare in modo che l’uomo abbia “terrore” di Dio, lo consideri come una minaccia costante per la sua sete di libertà, e abbia quindi nei suoi confronti l’atteggiamento servile di chi mercanteggia la propria sopravvivenza, a prezzo di sacrifici e di riti. Satana, inoltre, dopo aver fatto apparire Dio come un padrone odioso, vuole che l’uomo, per affermare la sua libertà, sene sbarazzi. Divide et impera! Rendere inviso Dio all’uomo, per portarlo a sentirsi esasperato dalla presenza di un padre iper-dominante eiper-presente, e poi convincere l’uomo ad essere finalmente il Dio di se stesso. Ecco la strategia del nemico! In effetti, Satana vuole scimmiottare Dio, essere lui il dio dell’uomo, rendendolo così schiavo, triste e votato alla morte. Ma se Dio si lascia mettere in croce, mostra un volto della divinità diametralmente opposto a quello cui Satana vuol fare pubblicità. Tanto per cominciare, questo volto non si impone per evidenza, ma per via di inevidenza: il Cristo in Croce è il velo dietro il quale si nasconde il Dio della vita. Satana invece vorrebbe che Gesù si palesasse in modo plateale comeunDio che difende le proprie prerogative, che “gonfia i muscoli”, impegnato a salvare se stesso, la propria immagine, anziché preoccuparsi di salvarel’uomo. E’ un volto, quello rivelato dal crocifisso, che si cela dietro ciò che nel mondo è considerato stoltezza, debolezza, fragilità, piccolezza, ignominia. Nulla di pomposo, di sfarzoso, di spettacolare, nulla che costringa a un’adesione per l’evidenza dei fatti, come invece vorrebbe Satana. Il Regno vicino, il regno che è già in mezzo a noi, è qualcosa di “stupido e idiota” direbbe san Francesco … almeno agli occhi dei sapienti e degli scaltri. Solo chi si fa piccolo e umile può accorgersi che questo “omino sulla croce” è il seme che, germogliando, diventa il forte arbusto che tutti abbraccia. 

Se quest’uomo in croce, poi, venisse acclamato Signore e Dio dagli uomini, allora… che rovina per il maligno! A un dio assetato di sacrifici, che dev’essere ringraziato solo per il fatto di non averti distrutto, non crederebbe più nessuno.Che scacco questa luce di Dio per il regno delle tenebre… Dio è misericordia e tenerezza! Quaranta giorni e più di lotta contro il maligno, perché colui che dall’albero traeva vittoria, sia sconfitto dall’albero della croce. Sì, il diavolo traeva vittoria dall’albero della conoscenza del bene e del male e dal desiderio dell’uomo di essere come Dio, arbitro del bene e del male, concorrente di un Dio considerato nemico. Questa strategia si è vanificata sulla croce del Signore che voleva e vuole, invece, gli uomini liberi di rispondere con gioia alla vita di Dio in loro. Dio mi ama e il suo amore mi sospinge verso il fratello e la sorella, per amarlo, per amarla. Non è più questione di obbedire alla legge:l’uomo giunge ad avere in sé lo stesso amore, la vita stessa di Dio,che lo rende giusto. E “per il giusto, non c’è più legge”.
Nel 1872 Fëdor Dostoevskij scrisse I demoni, un romanzo-affresco su una umanità posseduta, mossa da uno estremo istinto di distruzione creatrice. Nello stesso anno Ivan Kramskoi dipinse una delle più singolari Tentazioni di Cristo: Gesù è solo, in mezzo al deserto, Satana non è visibile, non ha le consuete sembianze caricaturali, perché Satana è in Cristo, è nella sua espressione perduta, nelle sue mani strette dall’ansia, nelle pietre aride. Questi “geni” hanno saputo dar vita a una nuova rivoluzionaria visione di Satana. Alberto Cousté annota: «Durante il secolo XIX il demonio si ritira per preparare una strategia incentrata sulla metamorfosi». Satana è astuto ha capito che, se Dio è morto, adesso bisogna fare leva sulle nuove aspirazioni narcisistiche dell’uomo. Ci hanno fatto credere che il diavolo fosse «un mito, una figura, un’idea», ha detto papa Francesco, invece è il padre «dei bugiardi e il padre di ogni menzogna». «L’eclissi della verità foraggia il Maligno» (Marco Ventura). Gli artisti lo percepiscono, esplorano le ombre perché hanno fede nella luce, sono blasfemi, ieri e oggi, perché si ribellano alla menzogna.
(DON UMBERTO COCCONI)

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