"Al Condominni" poesia brillante in dialetto parmigiano di Bruno Pedraneschi,letta da Enrico Maletti

Estratto di un minuto del doppiaggio in dialetto parmigiano, realizzato nell'estate del 1996, tratto dal film "Ombre rosse" (1939) di John Ford. La voce di Ringo (John Wayne) è di Enrico Maletti


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sabato 8 agosto 2015

IL VANGELO DELLA DOMENICA: COMMENTO DI DON UMBERTO COCCONI

I Giudei mormoravano contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?». Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Vangelo di Giovanni).

1.       “Io Sono il Pane vivo disceso dal Cielo”: ma come può dire Gesù questo di sé, non è lui “il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?”. Le folle non riescono a comprendere l’origine divina di Gesù.
2.       E’ proprio il suo aspetto terreno, fenomenico che rende a loro difficile da credere che quest’uomo possa essere “disceso dal cielo”, egli ha tutta l’apparenza di essere “della terra”. Gesù ha tutte le fattezze dell’uomo comune, come può in quest’uomo, manifestarsi l’Assoluto? Le parole del prologo del vangelo di Giovanni si rivelano ora in tutta la loro profondità: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Gesù è proprio di carne, è come uno di noi perciò come può dire: “Io Sono disceso dal cielo?”.
3.       La mormorazione della folla è quindi più che legittima, anche per loro c’è un contrasto tra ciò che vedono, un semplice uomo che viene per giunta da Nazareth e l’immagine certa che in realtà essi hanno di Dio. “E’ lo scandalo che nasce dal contrasto tra la pretesa di Gesù da una parte e la sua realtà storica ed umana dall’altra. E’ uno scontro fra due modi opposti di pensare l’epifania, cioè la manifestazione di Dio. Non si riesce a vedere la gloria dell’Unigenito nella carne dell’uomo Gesù” (Bruno Maggioni).
4.       Ma di fronte al mormorare della folla Gesù ribadisce che Lui, proprio Lui, è il pane della vita, “disceso dal cielo”, solo Lui dà la vita al mondo. Anzi Gesù va oltre affermando che il pane che Lui darà per la salvezza di tutti è la sua carne, la sua vita. La folla al sentire queste parole, che paiono ai loro orecchi insensate, passa dalla mormorazione alla contestazione, dalla ribellione all’ostilità nei confronti di Gesù. Essi si chiedono, non senza un certo turbamento: “Come può darci costui la sua carne da mangiare?”. 
5.       Dobbiamo davvero riconoscere che le parole di Gesù e le sue pretese paiono troppo azzardate, anche per noi: “Chi può mai credere alla sue parole?”.  Lo scandalo e lo sconcerto negli uditori si fa ancor più drammatico, l’incomprensione tra la folla e Gesù è divenuta totale, essa sembra dirgli: “Come è possibile mangiare la tua carne? Come è possibile che la tua carne diventi vita per il mondo?”.
6.       Anche noi che udiamo queste parole di Gesù non siamo presi dallo sconcerto? L’evangelista Giovanni sta affermando non solo che in Gesù di Nazareth la Parola che in principio era rivolta verso Dio si è fatta carne, ma che la stessa Parola fatta carne si fa pane, per divenire nutrimento per l’umanità. Se riusciamo a resistere alla potenza di queste parole di Gesù, le quali risultano sconcertanti, veniamo a conoscere una verità ancor più profonda, che cambia il nostro modo di comprendere Dio. 
7.       Il fatto che Gesù sia davvero colui che “discende dal cielo” fa di lui il rivelatore del Padre e per questo motivo la sua Parola è la parola che trasmette la vita di Dio perché Dio è amore.  Il Prologo di Giovanni termina affermando: “Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio unigenito che è rivolto verso il seno del Padre, Lui lo ha rivelato”. E vuol dire: “Se guardate Lui vedete il Padre, perché Lui è rivolto al Padre, perché tutta la sua vita viene dall’amore del Padre. E tutta la sua vita è risposta all’amore del Padre”.
8.       Per questo Gesù dice: “Sono Io il pane disceso dal cielo e se uno mangia la mia carne vivrà in eterno”. La carne ‘per’, la vita umana ‘per’... quindi non una vita umana chiusa in se stessa e che afferma autonomamente se stessa, piuttosto una vita umana che si dona, che vive la relazione ‘per’, che vive il dono ‘per’, il servizio ‘per’.  
9.       L’esistenza di Gesù ha una forma specifica che è la forma dell’oblatività, cioè del dono, dell’offerta. La Parola accolta e mangiata ti trasforma, in quanto ti apre a questo mistero della carne vissuta come dono di sé, come offerta di sé. 
(DON UMBERTO COCCONI)

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